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      Cammina, ora! Tu hai i tuoi sei mesi; nemmeno il Padre Eterno in persona potrebbe più farci nulla.»
      A quella frase solenne, il Padre Eterno in persona non potrebbe più farci nulla, ella comprese che la sentenza era pronunciata, si accasciò su se stessa, mormorando: «Grazia
      Javert le voltò le spalle ed i soldati l'afferrarono per le braccia.
      Da pochi minuti, un uomo era entrato senza che nessuno gli badasse. Aveva chiuso la porta, vi si era appoggiato e aveva inteso le disperate preghiere di Fantine. Nel momento in cui i soldati misero le mani addosso alla disgraziata, che non voleva alzarsi, fece un passo, uscì dall'ombra e disse:
      «Un momento, per favore.»
      Javert alzò gli occhi e riconobbe Madeleine. Si levò il cappello e, salutando con goffaggine contrariata, disse:
      «Perdono, signor sindaco...»
      Queste parole, signor sindaco, fecero su Fantine uno strano effetto. Si rizzò in piedi rigida, tutta d'un pezzo, come uno spettro che esca di sotterra, respinse con le braccia i soldati, andò diretta verso Madeleine, prima che potessero trattenerla e guardandolo fisso, coll'occhio smarrito, gridò:
      «Ah! Sei tu, dunque, il signor sindaco!»
      Poi scoppiò in una risata e gli sputò in viso.
      Madeleine s'asciugò il viso e disse:
      «Ispettore Javert, mettete in libertà questa donna.»
      Javert si sentì diventar pazzo. In quell'istante egli provava una dopo l'altra e confuse insieme, le violente commozioni mai provate in vita sua. Vedere una prostituta sputare in faccia ad un sindaco era cosa mostruosa, che, nelle sue più spaventose supposizioni, gli sarebbe parso un sacrilegio creder possibile; d'altra parte, nel fondo del suo pensiero, andava facendo confusamente uno spaventoso ravvicinamento fra quella donna e quello che poteva essere il sindaco, e vedeva con orrore divenir naturale quel prodigioso misfatto.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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