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      E fremeva al solo pensiero che fosse possibile. Certo, se in quei momenti qualcuno gli avesse detto che sarebbe giunta un'ora in cui quel nome sarebbe risonato al suo orecchio, in cui quel nome orrendo, Jean Valjean, sarebbe uscito all'improvviso dalle tenebre e gli si sarebbe rizzato innanzi, in cui quella luce formidabile, fatta per dissipare il mistero che lo avvolgeva, sarebbe sfolgorata sul suo capo; e avesse aggiunto che quel nome non l'avrebbe minacciato, quella luce avrebbe soltanto prodotto un'oscurità più profonda, che quel velo lacerato avrebbe accresciuto il mistero, che quel terremoto avrebbe consolidato il suo edificio, che quel prodigioso incidente avrebbe avuto per solo risultato, se così gli fosse piaciuto, di rendere la sua esistenza più netta e più impenetrabile ad un tempo, e che, dal suo confronto col fantasma di Jean Valjean, il buono e degno borghese signor Madeleine sarebbe uscito più onorato, più sereno e più rispettato che mai; se qualcuno gli avesse detto questo, egli avrebbe scosso il capo e considerato quelle parole insensate. Ebbene: tutto ciò era proprio succeduto allora allora, tutto quel complesso di circostanze si era verificato e Dio aveva permesso che queste follie diventassero reali!
      La sua fantasticheria continuava a rischiararsi ed egli si rendeva sempre più conto della sua situazione.
      Gli pareva d'essersi svegliato da non so quale sonno e di trovarsi a sdrucciolare sopra una china, in mezzo alle tenebre, ritto in piedi, fremente e senza poter indietreggiare, sull'orlo estremo d'un abisso.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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