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      Per me, resto qui e continuo. Entro dieci anni avrò guadagnato dieci milioni e li spenderò sopra il paese; non terrò nulla per me, che m'importa? Quel che faccio non è per me. La prosperità di tutti cresce, le industrie si risvegliano e riprendono, le manifatture e le officine si moltiplicano e le famiglie, cento famiglie, mille famiglie! sono felici. La regione si popola; nascon villaggi dove ora non ci sono che fattorie, fattorie dove non c'è nulla; la miseria sparisce e colla miseria il vizio, la prostituzione, il furto, l'assassinio, tutti i vizî, tutti i delitti! E quella povera madre alleva la sua figlia! E tutta una regione è ricca ed onesta! Oh, ero proprio pazzo, assurdo! Che andavo dicendo, di denunciarmi? Bisogna star attento, davvero, e non precipitare nulla. Come! Perché a me sarà piaciuto fare il grande e il generoso (robe da melodramma, dopo tutto!), perché avrò pensato solo a me, a me soltanto, e per salvare da una punizione forse un po' esagerata, ma in fondo giusta, un ladro, un furfante, senza dubbio, bisognerà che tutto un paese perisca? Bisognerà che una povera donna crepi all'ospedale? Che una povera bimba crepi sul lastrico? Come cani? Infamia! E senza che la madre abbia neppure riveduto la figlia, né la figlia quasi conosciuto la madre! E tutto ciò per un vecchio furfante, ladro di mele, che, senza dubbio, ha meritato la galera per qualcos'altro, se non per questo! Begli scrupoli, quelli che salvano un colpevole e sacrificano degli innocenti, salvano un vecchio vagabondo, che, alla fin dei conti, ha solo pochi anni da vivere e non sarà più infelice in prigione di quanto non lo sia nella sua catapecchia, e sacrificano tutta una popolazione, madri, donne, fanciulli!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886