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      IV • FORME DEL DOLORE DURANTE IL SONNOSuonavano le tre del mattino; e da cinque ore andava camminando così, quasi senza interruzione, quando si lasciò cadere sulla seggiola. S'addormentò e fece un sogno.
      Come la maggior parte dei sogni, si ricollegava alla situazione solo con non so che di funesto e straziante; ma gli fece impressione. Fu tanto colpito da quell'incubo, che qualche tempo dopo lo descrisse in un foglio scritto di suo pugno, ch'egli ha lasciato e che ci crediamo qui in dovere di trascrivere testualmente.
      La storia di quella notte sarebbe incompleta se l'omettessimo; è la tetra avventura di un'anima malata. Eccola: sulla busta troviamo scritta questa riga: Il sogno che feci quella notte.
     
      «Ero in una campagna, grande, triste, nella quale non spuntava un filo d'erba. Mi pareva che non fosse né chiaro né scuro.
      «Passeggiavo con mio fratello, il fratello dei miei anni di infanzia, al quale, debbo dirlo, non penso mai e di cui non mi ricordo quasi più.
      «Parlavamo ed incontravamo qualche viandante. Discorrevamo di una nostra vicina d'un tempo che, da quando stava di casa verso strada, lavorava colla finestra aperta; e mentre stavam discorrendo, sentivamo freddo per via di quella finestra aperta.
      «Non v'eran alberi, in quella campagna.
      «Vedemmo passarci vicino un uomo. Era completamente nudo, del color della cenere, montato sopra un cavallo color terra. Era senza capelli; gli si vedevano il cranio e le vene. Teneva in mano una bacchetta flessibile come un tralcio di vite e pesante come il ferro.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886