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      Quel cavaliere passò e non ci disse nulla.
      «Mio fratello mi disse: 'Prendiamo il sentiero incassato.'
      «V'era una stradetta incassata, dove non si scorgeva né un cespuglio né un filo di muschio: tutto era color terra, anche il cielo. Dopo pochi passi nessuno mi rispose più, quando parlavo; m'accorsi che mio fratello non era più con me.
      «Entrai in un villaggio che scorsi e pensai dovesse essere per l'appunto Romainville (e perché Romainville?).
      «La prima via in cui entrai era deserta. Entrai in una seconda; dietro l'angolo formato dalle due vie v'era un uomo, ritto in piedi contro il muro. Gli dissi 'Che paese è questo? Dove sono?' L'uomo non rispose. Vidi aperta la porta d'una casa e v'entrai.
      «La prima stanza era deserta. Entrai nella seconda. Dietro la porta di quella stanza v'era un uomo, ritto in piedi contro il muro; chiesi a quell'uomo: 'Di chi è questa casa? Dove sono?' Non rispose. La casa aveva un giardino.
      «Uscii dalla casa ed entrai nel giardino. Era deserto. Dietro il primo albero, trovai un uomo ritto in piedi. Chiesi a quell'uomo: 'Che giardino è questo? Dove sono?' Non rispose.
      «Errai per il villaggio e m'accorsi ch'era una città. Tutte le vie erano deserte, tutte le porte erano aperte. Nessun essere vivente passava per via, nessuno camminava nelle stanze o passeggiava nei giardini. Ma dietro ogni angolo di muro, dietro ogni porta e dietro ogni albero c'era un uomo ritto in piedi, che taceva. Se ne vedeva soltanto uno alla volta. Quegli uomini mi guardavano passare.
      «Uscii dalla città e mi misi a camminare nei campi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Prendiamo Romainville Romainville