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      L'ottima bestia aveva fatto cinque leghe in due ore e non aveva sulla schiena una goccia di sudore.
      Egli non era sceso dal tilbury. Lo stalliere che portava l'avena si chinò ad un tratto ed esaminò la ruota sinistra.
      «Andate lontano, in questo modo?» disse.
      Egli rispose, quasi senza uscire dalla sua meditazione:
      «Perché?»
      «Venite da lontano?» riprese lo stalliere.
      «Da cinque leghe di distanza.»
      «Ah!»
      «Perché dite: ah?»
      Lo stalliere si chinò ancora, rimase un momento silenzioso, lo sguardo fisso sulla ruota e si rialzò dicendo:
      «Perché è possibile che questa ruota abbia fatto cinque leghe; ma senza dubbio non ne farà adesso neppure un quinto.»
      Egli saltò a terra dal tilbury.
      «Che cosa dite, amico mio?»
      «Dico che è un miracolo che abbiate fatto cinque leghe senza ruzzolare, voi e il cavallo, in qualche fosso della strada maestra.»
      Infatti, la ruota era gravemente danneggiata. L'urto della corriera postale aveva schiantato due raggi e sconnesso il mozzo, l'acciarino non teneva più.
      «Amico mio,» disse allo stalliere «c'è un carradore, qui?»
      «Certo, signore.»
      «Fatemi il piacere d'andarlo a cercare.»
      «È qui a due passi. Ehi, mastro Bourgaillard
      Mastro Bourgaillard, il carradore, stava sulla soglia della sua porta; venne ad esaminare la ruota e fece la smorfia d'un chirurgo che osserva una gamba rotta.
      «Potete riaccomodare subito questa ruota?»
      «Sì, signore.»
      Quando potrò ripartire?»
      «Domani.»
      «Domani?»
      «Ci vuole una buona giornata di lavoro. Il signore ha fretta?»
      «Moltissima. Bisogna che riparta fra un'ora al più tardi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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