Pagina (333/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Quando passerà?»
      «Stanotte. Le due corriere, tanto quella che sale, quanto quella che scende, fanno servizio di notte.»
      «Ma come! Ci vuole una giornata per riaccomodare questa ruota?»
      «Una giornata, ma di quelle buone!»
      «Impiegando due operai?»
      «Impiegandone dieci!»
      «Se si legassero i raggi colla corda?»
      «I raggi, sì; il mozzo, no. E poi, anche un quarto della ruota è in cattivo stato.»
      «Non v'è in città un noleggiatore di carrozze?»
      «No.»
      «V'è un altro carradore?»
      Lo stalliere e il mastro carradore risposero insieme, scuotendo il capo: «No.»
      Egli provò una gioia immensa. Era evidente che la provvidenza ci si metteva di mezzo: essa aveva spezzata la ruota del tilbury e lo fermava per strada. Egli non s'era arreso a questa specie d'intimazione: aveva fatto tutti gli sforzi possibili, per continuare il viaggio; aveva lealmente e scrupolosamente esaurito tutti i mezzi; non era indietreggiato né davanti alla stagione, né davanti alla fatica, né davanti alla spesa; non aveva, insomma, nulla da rimproverarsi. Se non fosse riuscito ad andar oltre, la cosa non l'avrebbe riguardato. Non era più colpa sua: la faccenda dipendeva, non dalla sua coscienza, ma dalla provvidenza.
      Respirò. Respirò liberamente, a pieni polmoni, per la prima volta dopo la visita di Javert; gli sembrava che il pugno di ferro che gli serrava il cuore da venti ore in qua glielo avesse lasciato andare. E che ora Dio fosse dalla sua parte e si manifestasse. Disse fra sé che aveva fatto quanto poteva e che ormai non gli rimaneva se non ritornare sui suoi passi, tranquillamente.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Javert Dio