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      La gioia d'una madre è quasi infantile.
      «Ebbene,» riprese la suora «eccovi felice. Obbeditemi e non parlate più.»
      Fantine chinò il capo sul guanciale e disse con voce smorzata: «Sì, torna a letto; sii savia, dal momento che stai per avere la tua bambina. Suor Simplicia ha ragione; tutti quelli che sono qui hanno ragione.»
      E poi, senza muoversi, senza piegare il capo, si mise a guardar intorno cogli occhi spalancati, l'aria lieta, e non disse più nulla. La suora riaccostò le tendine, sperando che si assopisse.
      Fra le sette e le otto venne il medico; non sentendo alcun rumore, credette che Fantine dormisse, entrò pian pianino e s'avvicinò al letto in punta di piedi. Scostò un poco le tendine ed alla luce della lampada da notte vide gli occhioni calmi di Fantine, che lo guardavano. Ella gli disse: «Non è vero, signore, che la lasceranno dormire in un lettuccio vicino a me?»
      Il medico credette che delirasse. Ella aggiunse: «Guardate anche voi: c'è il posto giusto giusto.»
      Il medico prese da parte suor Simplicia, che gli spiegò la faccenda: il signor Madeleine era assente per un giorno o due e, nel dubbio, non si era creduto di disingannare l'ammalata, che credeva il sindaco partito per Montfermeil; era possibile, del resto, che la malata avesse colpito nel segno. Il medico approvò; poi si riavvicinò al letto di Fantine che riprese:
      «Perché, vedete? La mattina, quando si sveglierà, io darò il buongiorno a quella povera coccolina; e di notte, io che non dormo, la sentirò dormire, e quella piccola respirazione tanto dolce mi farà bene.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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