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      Che le davano da mangiare? Oh, se sapeste quanto ho sofferto, nel farmi tutte queste domande nel tempo della mia miseria! Ora è passato; sono felice. Oh, vorrei proprio vederla! L'avete trovata bella, signor sindaco? Non è vero che mia figlia è bella? Dovete aver avuto tanto freddo, nella diligenza! Non potrebbero condurmela, solo per un momentino? Poi la porterebbero subito via. Dite; se voleste, voi che siete il padrone...»
      Egli le prese la mano: «Cosette è bella,» disse. «Cosette sta bene e la vedrete presto; ma calmatevi. Parlate troppo vivacemente. E poi, tirate le braccia fuori dalle coperte e questo vi fa tossire.»
      Infatti, gl'impeti di tosse interrompevano Fantine quasi ad ogni parola.
      Fantine non fiatò, temendo d'aver compromesso con qualche supplica troppo appassionata la fiducia che voleva ispirare, e si mise a dire frasi indifferenti.
      «Non è vero che Montfermeil è carina? D'estate, vanno a farvi le gite. Fanno buoni affari, i Thénardier? Non passa gente dal loro paese; e poi, quell'albergo è una specie di bettola.»
      Madeleine le teneva sempre una mano e l'osservava con ansietà; evidentemente egli era venuto per dirle qualcosa davanti a cui, ora, il suo pensiero esitava. Il medico, fatta la sua visita, se n'era andato, e suor Simplicia era rimasta sola con loro.
      Intanto, in quel silenzio, Fantine esclamò:
      «La sento, mio Dio! La sento!»
      E tese il braccio perché tutti tacessero intorno a lei; trattenne il fiato e si mise ad ascoltare estatica.
      Nel cortile stava giocando una creaturina figlia della portinaia o di un'operaia.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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