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      «Scusatemi,» disse Javert; e si ritirò salutando profondamente.
      O santa creatura, voi non siete più di questo mondo da molti anni: avete raggiunto nella luce le vostre sorelle, le vergini, ed i vostri fratelli, gli angeli! Possa questa menzogna esservi contata, in paradiso!
      L'affermazione della suora fu per Javert una cosa tanto decisiva, che egli non notò neppure la singolarità di quella candela spenta sulla tavola, che fumigava ancora.
      Un'ora dopo, un uomo, camminando fra gli alberi e la nebbia, s'allontanava rapido da Montreuil a mare, in direzione di Parigi: era Jean Valjean. Venne stabilito, attraverso la testimonianza di due o tre carrettieri che l'incontrarono, che portava un pacchetto e indossava un camiciotto. Dove aveva preso quel camiciotto? Non si seppe mai; però, un vecchio operaio era morto pochi giorni prima nell'infermeria della fabbrica, lasciando soltanto il suo camiciotto. Forse era quello.
      Un'ultima parola su Fantine.
      Noi tutti abbiamo una madre, la terra. Fantine fu resa a questa madre.
      Il curato credette di far bene, e forse lo fece, riservando la maggior parte di quello che Jean Valjean aveva lasciato, ai poveri. Di chi si trattava, dopo tutto? D'un detenuto e d'una prostituta. Perciò egli semplificò la sepoltura di Fantine e la ridusse a quello stretto necessario che si chiama la fossa comune.
      Fantine fu dunque sepolta in quell'angolo gratuito del cimitero che è di tutti e non è di nessuno, e nel quale vengono smarriti i poveri: fortunatamente, Dio sa dove ritrovare l'anima.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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