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      Guglielmo Van Kylsom rimase ad Hougomont «per custodire il castello» e si nascose in una cantina, dove gli inglesi lo scopersero; lo strapparono dal suo nascondiglio e, a piattonate, i combattenti si fecero servire da quell'uomo atterrito. Avevan sete, e Guglielmo recava loro da bere, attingendo l'acqua a quel pozzo. Parecchi bevvero colą il loro ultimo sorso.
      Quel pozzo, dove tanti morti bevvero, doveva morire anche esso. Dopo l'azione, si ebbe gran fretta di seppellire i cadaveri; la morte ha un suo modo particolare di incalzare la vittoria e fa seguire la gloria dalla peste. Il tifo č un annesso del trionfo. Quel pozzo era profondo e se ne fece un sepolcro; vi gettarono trecento morti, forse con troppa fretta. Eran proprio morti tutti? La leggenda dice di no; sembra che la notte seguita al seppellimento si udissero uscire dal pozzo le deboli voci di quelli che chiamavano.
      Quel pozzo č isolato in mezzo al cortile. Tre muri, per metą di pietra e per metą di mattoni, piegati come le imposte d'un paravento, in modo da simulare una torricella quadrata, lo circondano da tre lati; il quarto lato, dal quale s'attingeva l'acqua, č aperto. Il muro di fondo reca una specie d'informe finestrella circolare: un foro di palla da cannone, forse. La torricella aveva una specie di soffitto, del quale rimangon solo le travi, e l'armatura di ferro che serve di rinforzo al muro di destra forma una croce. Ci si china e lo sguardo si smarrisce nel buio nero di un profondo cilindro di mattoni. Intorno al pozzo, la base dei muri sparisce sotto le ortiche.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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