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      Queste tre parti hanno un recinto comune costituito dalle costruzioni del castello e della fattoria, dalla parte dell'ingresso, da un siepe a sinistra, da un muro a destra e da un muro in fondo; quello di destra è di mattoni, quello in fondo è di pietra. Si entra dapprima nel giardino, in pendìo, arborato di uva spina e ingombro d'erbe selvatiche; una terrazza monumentale, in pietra da taglio, con balaustri a doppia pancia, lo limita. Era un giardino signorile, in quel primitivo stile francese che ha preceduto Lenôtre: oggi è rovina e sterpi. I pilastri sono sormontati da globi, che sembrano palle di pietra; si contano ancora quarantatré balaustri sopra i rispettivi zoccoli, gli altri giacciono nell'erba. Presentan quasi tutti tracce di scalfitture di moschetteria. Un balaustro spezzato è deposto sul parapetto, come una gamba rotta.
      Nel giardino, più basso del frutteto, sei tiratori scelti del 1° cacciatori, ch'eran penetrati là dentro e non potevan più uscire, imprigionati e accerchiati come orsi nella loro fossa, accettarono battaglia contro due compagnie annoveresi, una delle quali armata di carabine. Gli annoveresi stavan dietro i balaustri e sparavano dall'alto; quei tiratori, rispondendo dal basso, sei contro duecento, intrepidi, senz'altro riparo che i ribes, impiegarono un quarto d'ora a morire.
      Si salgono pochi gradini, e dal giardino si passa nel frutteto propriamente detto. Colà, in quelle poche pertiche, caddero millecinquecento persone in meno di un'ora; e il muro sembra pronto a ricominciare il combattimento; le trentotto feritoie aperte dagli inglesi ad altezze irregolari vi sono ancora: davanti alla sedicesima di esse giacciono due tombe inglesi di granito.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Lenôtre