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      Le feritoie s'aprono solo nel muro a mezzodì, perché l'attacco principale veniva di là. Quel muro è nascosto al difuori da un'alta siepe verdeggiante; i francesi giunsero credendo di dover affrontare solo la siepe, la scalarono e trovarono quel muro, ostacolo ed imboscata e, dietro di esso, le guardie inglesi, le trentotto feritoie che facevan fuoco tutte insieme e un uragano di mitraglia e di palle; e la brigata Soye vi s'infranse. Waterloo incominciò così.
      Pure, il frutteto fu preso. Non v'erano scale ed i francesi s'arrampicarono colle unghie. Fu una battaglia corpo a corpo, sotto gli alberi; tutta quell'erba è stata irrorata di sangue. Un battaglione del Nassau, settecento uomini, vi fu fulminato; all'esterno, il muro, contro il quale vennero puntate le due batterie di Kellermann, è corroso dalla mitraglia.
      Quel frutteto al pari d'ogni altro risente del mese di maggio. Ha i suoi ranuncoli e le sue margheritine, l'erba vi cresce folta, vi pascolano i cavalli da tiro, e alcune corde di crine sulle quali è messa ad asciugare la biancheria attraversano gli intervalli fra gli alberi, facendo abbassare il capo ai passanti; mentre si cammina in quel luogo incolto, i piedi affondano nelle buche delle talpe. In mezzo all'erba si nota un tronco sradicato, che giace ancor verdeggiante; il maggior Blackmann vi si appoggiò per morire. Sotto un grand'albero vicino cadde il generale tedesco Duplat, d'una famiglia francese fuoruscita al tempo della revoca dell'editto di Nantes; vicinissimo ad esso s'incurva un vecchio melo ammalato, fasciato con una benda di paglia e di argilla.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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