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      Il luogo era assolutamente deserto, non v'era anima viva nel bosco e nella valle. L'uomo aperse il portafogli e ne levò, non già la manata di biglietti di banca che Thénardier s'aspettava, ma un semplice foglietto, che spiegò e presentò aperto al locandiere, dicendo:
      «Avete ragione. Leggete.»
      Thénardier prese il foglio e lesse:
     
      Montreuil a mare, 25 marzo 1823.
     
      Signor Thénardier,
      Consegnerete Cosette al latore.
      Vi verranno pagate tutte le piccole spese.
      Ho il piacere di salutarvi con stima.
      Fantine
     
      «Conoscete questa firma?» chiese l'uomo.
      Era proprio la firma di Fantine e Thénardier la riconobbe. Non v'era nulla da ribattere, ed egli sentì due violenti dispetti, quello di rinunciare alla corruzione che sperava e quello di essere sconfitto. L'uomo aggiunse:
      «Potete conservare questo foglio per vostro sgravio.»
      Thénardier ripiegò in buon ordine.
      «La firma è abbastanza bene imitata,» brontolò fra i denti. «Dopo tutto, sta bene!»
      Poi tentò uno sforzo disperato.
      «Signore,» disse «sta bene, dal momento che il latore siete voi; ma bisogna pagarmi 'tutte le piccole spese' e sono in fortissimo credito.»
      L'uomo s'alzò in piedi e disse, ripulendo a buffetti la manica logora, su cui era un po' di polvere.
      «Signor Thénardier, in gennaio la madre faceva conto di dovervi centoventi franchi; in febbraio le avete mandato una nota di cinquecento franchi. Avete ricevuto trecento franchi alla fine di febbraio e trecento al principio di marzo; da allora, sono trascorsi nove mesi che, a quindici franchi, prezzo convenuto, fanno centotrentacinque franchi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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