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      L'inverno aveva diradato il bosco, di modo che Thénardier non lo perdeva di vista, pur rimanendo lontano. Di tanto in tanto l'uomo si voltava e osservava se non era seguito; ad un tratto, scorse Thénardier ed entrò bruscamente con Cosette in un ceduo in cui potevano scomparire entrambi. «Diamine!» disse Thénardier, affrettando il passo.
      Il folto del bosco l'aveva costretto a farsi loro più vicino. Quando l'uomo fu nel più folto, si voltò; Thénardier ebbe un bel nascondersi fra i rami, ma non potè impedire che l'altro lo scorgesse. L'uomo gli gettò un'occhiata inquieta, poi scosse il capo e si rimise in cammino. Anche il locandiere si rimise a seguirlo e fecero in tal modo due o trecento passi. All'improvviso l'uomo si voltò ancora, e scorse Thénardier; questa volta, lo guardò con un'aria tanto cupa, che Thénardier giudicò «inutile» continuare la strada e tornò sui suoi passi.
      XI • IL NUMERO 9430 RICOMPARE E COSETTE LO VINCE ALLA LOTTERIAJean Valjean non era morto.
      Quand'era caduto in mare, o meglio, quando vi s'era gettato, era senza ferri, come abbiamo visto. Nuotò sott'acqua fino ad una nave all'àncora, alla quale era ammarata un'imbarcazione e trovò modo di nascondersi in quella fino alla sera; di notte, si gettò di nuovo a nuoto e raggiunse la costa a poca distanza dal capo Brun. Là, siccome il denaro non gli mancava, poté procurarsi di che vestirsi. Una bettola dei dintorni di Balaguier forniva allora il vestiario ai forzati evasi, lucrosa specialità; dopo di che Jean Valjean, al pari di tutti quei tristi fuggiaschi che cercano di fuorviare lo spionaggio della legge della fatalità sociale, seguì un itinerario oscuro e mutevole.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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