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      I sintomi d'una novella vita sono evidenti: in quel vecchio quartiere provinciale, nei recessi più selvatici, si fa vedere il selciato, ed i marciapiedi incominciano a strisciare e ad allungarsi, persino dove non vi sono ancora passanti. Una mattina memorabile, nel luglio 1845, si videro all'improvviso fumare lì le nere caldaie dell'asfalto; quel giorno si poté dire che la civiltà era arrivata in via Lourcine e che Parigi era entrata nel sobborgo San Marcello.
      II • NIDO PER GUFO E CAPINERAJean Valjean si fermò proprio davanti a quella catapecchia Gorbeau. Come gli uccelli rapaci, aveva scelto il posto più deserto per farvi il nido.
      Si frugò nel panciotto e ne levò una specie di chiave; aperse la porta, entrò, poi la richiuse con cura, e salì la scala, sempre portando Cosette. In cima alla scala, levò di tasca un'altra chiave, colla quale aperse un'altra porta. La camera in cui entrò, e che richiuse subito, era una specie di stamberga piuttosto grande, ammobiliata con un materasso posato in terra, una tavola e qualche sedia; in un angolo era una stufa accesa, della quale si scorgeva la brace. Il fanale del viale illuminava vagamente quel misero interno. In fondo v'era uno stanzino con una branda; Valjean portò la bimba su quel letto e ve la depose, senza che si fosse svegliata.
      Poi battè l'acciarino e accese una candela: tutta roba già preparata sopra una tavola. E, come aveva fatto la sera precedente, si mise ad osservare Cosette con uno sguardo estatico, nel quale l'espressione della bontà e della tenerezza giungeva allo smarrimento.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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