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      Dal 1825 al 1830 tre sono impazzite.
      III • SEVERITÀ
      Si rimane almeno per due anni postulante, spesso quattro; quattro anni novizia. È raro che i voti definitivi possano esser pronunciati prima dei ventitré o ventiquattro anni. Le bernardine benedettine di Martin Verga non ammettono vedove nel loro ordine.
      Nelle loro celle, si danno a molte ignorate macerazioni, delle quali non debbono mai parlare.
      Il giorno in cui una novizia pronuncia i voti, viene abbigliata coi suoi più belli ornamenti, le vengono lisciati e arricciati i capelli e le vien posta in capo una ghirlanda di rose bianche; poi, ella s'inginocchia. Le stendono sopra un velo nero e cantano l'ufficio dei morti; allora le suore si dividono in due file, una fila le passa a fianco, dicendo con accento lamentoso: «Nostra sorella è morta,» l'altra fila risponde, con voce tonante: «Vive in Gesù Cristo
      Nell'epoca in cui si svolge questo racconto, al convento era unito un collegio di giovinette nobili, per la maggior parte ricche, fra le quali si notavano le signorine di Saint-Aulaire e di Belisson ed una inglese, che portava l'illustre nome cattolico Talbot. Quelle giovinette, educate dalle suore fra quattro muri, crescevano nell'orrore del mondo e del secolo; una di esse ci diceva un giorno: «Vedere il lastrico della via mi faceva fremere da capo a piedi.» Erano vestite di celeste con un berretto bianco e uno Spirito Santo d'argento dorato o di rame appuntato sul petto. In certi giorni di grande solennità, e particolarmente a Santa Marta, veniva loro concesso, come speciale favore e felicità suprema, di vestirsi da suore e di compiere gli uffici e le pratiche religiose di san Benedetto per l'intera giornata.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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