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      Codesta ortografia avrebbe potuto contrariare le pretese che, nel secolo scorso, aveva il visconte di Gestas, di discendere dal cattivo ladrone. Del resto, l'insegnamento che emana da questi versi forma articolo di fede nell'ordine delle ospedaliere.
      La chiesa del convento, costruita in modo da separare, come un taglio netto, il convento grande dal collegio, era, beninteso, comune al collegio, al convento grande e al con vento piccolo; vi era perfino ammesso il pubblico, da una specie d'ingresso separato, che s'apriva sulla via. Però, tutto era disposto in modo che nessuna abitatrice del chiostro potesse vedere un viso del difuori. Supponete una chiesa, il coro della quale venisse afferrato da una mano gigantesca e ripiegato in modo da formare, non già, come nelle chiese solite, un prolungamento dietro l'altare, ma una specie di sala o di oscura caverna alla destra del celebrante; supponete codesta sala chiusa dalla tenda alta sette piedi, della quale abbiamo già parlato; ammassate all'ombra di questa tenda, su stalli di legno, le converse e le novizie in fondo, e avrete una certa idea delle suore del Piccolo Picpus, quando assistevano al servizio divino. Quella caverna, chiamata il coro, comunicava col chiostro per mezzo d'un corridoio; la chiesa riceveva la luce dal giardino. Quando le suore assistevano ad uffici nei quali la regola imponeva il silenzio, il pubblico era avvertito della loro presenza solo dal rumore dei sedili mobili degli stalli, che s'alzavano e s'abbassavano con fracasso.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Gestas Piccolo Picpus