Pagina (670/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ogni persona ed ogni cosa avevano la loro chiamata: la superiora aveva uno e uno, la vice superiora uno e due; sei e cinque indicava la classe, tanto che le allieve non dicevano mai rientrare in classe, ma andare a sei e cinque. Quattro e quattro era il campanello della signora di Genlis e lo si sentiva spesso: è il diavolo a quattro dicevano le meno caritatevoli. Diciannove colpi annunciavano un grande evento, cioè l'aprirsi della porta di clausura, spaventosa tavola di ferro irta di catenacci, che girava sui cardini solo davanti all'arcivescovo.
      Eccettuato costui e il giardiniere, nessun uomo entrava nel convento come abbiam detto. Le collegiali ne vedevano altri due: il cappellano, abate Banès, vecchio e brutto, che potevano contemplare nel coro, attraverso un'inferriata, e il maestro di disegno, signor Ansiaux, che la lettera di cui son già state lette alcune righe chiama signor Anciot e qualifica vecchio, orribile, gobbo. Come si vede, tutti gli uomini venivan scelti bene.
      Così era quella casa curiosa.
      VIII • «POST CORDA LAPIDES»
      Dopo averne tratteggiato la figura morale, non sarà inutile accennare in poche parole alla configurazione materiale.
      Il lettore ne ha già qualche idea.
      Il convento del Piccolo Picpus di Sant'Antonio occupava quasi interamente il grande trapezio derivante dalle intersezioni della via Polonceau, della via del Muro Dritto, del vicolo Picpus e di una viuzza chiusa, chiamata nelle vecchie piante via Aumarais; quelle quattro vie circondavano il trapezio come di un fossato.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Genlis Banès Ansiaux Anciot Piccolo Picpus Sant'Antonio Polonceau Muro Dritto Picpus Aumarais