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      Voi m'interrompete, per esclamare: «Ma questo è il convento ideale!»
      Basta che sia il convento possibile, perché io debba tenerne conto.
      Da ciò deriva che, nel libro precedente, ho parlato d'un convento con accento rispettoso. Scartato il medio evo, l'Asia, e fatte le debite riserve sulla questione storica e politica, sotto il punto di vista della filosofia pura e all'infuori delle necessità della polemica militante, alla condizione che il monastero sia assolutamente volontario e non rinchiuda che consensi, considererò sempre la comunità claustrale con una certa gravità attenta e, sotto alcuni aspetti, deferente. Là dove esiste la comunità, esiste il comune; e dove esiste il comune, esiste il diritto. Il monastero è il prodotto della formula: Uguaglianza e fratellanza. Oh, come è grande la Libertà! Quale splendida trasfigurazione! La Libertà è sufficiente a trasformare il monastero in repubblica.
      Continuiamo.
      Ma quegli uomini, o quelle donne, che stanno dietro quei quattro muri, si vestono di sacco, sono uguali, si chiamano fratelli. Benissimo; ma fanno qualche altra cosa?
      Sì. E che cosa?
      Guardano l'ombra, s'inginocchiano e congiungono le mani.
      Che significa ciò?
      V • LA PREGHIERAPregano.
      Chi?
      Dio.
      Che vuol dire questa frase, pregar Dio?
      V'è un infinito all'infuori di noi? E non è questo infinito uno, immanente e permanente? Non è necessariamente sostanziale in quanto se la materia gli mancasse, sarebbe limitato; e necessariamente intelligente, poiché è infinito e, se gli mancasse l'intelligenza, sarebbe in quel punto finito?


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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