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      «E una donna non è un uomo. Mio fratello sì, ch'è forte!»
      «Eppoi, avrete una leva.»
      «È la sola specie di chiave che vada bene a quella specie di porte.»
      «La pietra ha un anello.»
      «Vi passerò la leva.»
      «E la pietra è disposta in modo da girare su se stessa.»
      «Sta bene, reverenda madre. Aprirò il sepolcreto.»
      «E le quattro maestre cantore v'aiuteranno.»
      «E quando il sepolcreto sarà aperto?»
      «Bisognerà tornarlo a chiudere.»
      «È tutto qui?»
      «No.»
      «Datemi i vostri ordini, reverendissima madre.»
      «Fauvent, noi abbiamo fiducia in voi.»
      «Sono qui per fare quel che occorre.»
      «E per tacere su tutto.»
      «Sì, reverenda madre.»
      «Quando il sepolcreto sarà aperto…»
      «Lo richiuderò.»
      «Ma prima…»
      «Che cosa, reverenda madre?»
      «Bisognerà deporvi qualche cosa.»
      Vi fu una pausa. La superiora, dopo una mossa del labbro inferiore, che assomigliava ad un'esitazione, ruppe il silenzio.
      «Papà Fauvent
      «Reverenda madre?»
      «Saprete che stamattina è morta una madre.»
      «No.»
      «Non avete sentito la campana, allora?»
      «Non si sente niente, in fondo al giardino.»
      «Proprio?»
      «È molto se distinguo la mia chiamata.»
      «È morta sul far dell'alba.»
      «E poi, stamattina, il vento non soffiava dalla mia parte.»
      «È la madre Crocifissione, una beata.»
      La superiora tacque, mosse per un momento le labbra, come per una orazione mentale, e riprese:
      «Tre anni or sono, solo per aver visto pregare la madre Crocifissione, la signora di Béthune, una giansenista, si fece ortodossa.»
      «Oh, sì! Ora sento il rintocco funebre, reverenda madre.»
      «Le madri l'hanno portata nella camera mortuaria, che dà sulla chiesa.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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