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      Il cimitero Vaugirard era, si potrebbe dire, avvizzito. Cadeva in disuso e le piante parassite l'invadevano, i fiori l'abbandonavano. I borghesi ci tenevano pochissimo ad esser sotterrati a Vaugirard: puzzava troppo di povero. Al Père Lachaise, benissimo! Esser sepolti al Père Lachaise è come avere il mobilio di mogano; l'eleganza si riconosce da ciò. Il cimitero Vaugirard era un venerabile recinto, sistemato come l'antico giardino francese: alcuni viali diritti, piante di bosso, di cipresso e d'agrifoglio, vecchie tombe sotto vecchi tassi ed erba altissima. La sera era tragica, v'eran linee più che lugubri.
      Il sole non era ancor tramontato, quando il carro dal bianco lenzuolo e dalla croce nera entrò nel viale d'accesso del cimitero Vaugirard. L'uomo zoppicante che seguiva non era altro che Fauchelevent.
      La sepoltura della madre Crocifissione nel sepolcreto sotto l'altare, l'uscita di Cosette, l'introduzione di Jean Valjean nella sala delle defunte, tutto era stato eseguito senza intoppi, né alcun impedimento era sopraggiunto.
      Diciamolo di sfuggita, l'inumazione della madre della Crocifissione sotto l'altare è per noi una faccenda perfettamente veniale, uno di quegli errori che assomigliano a un dovere. Le suore l'avevan compiuto, non solo senza turbamento, ma col plauso della loro coscienza; nel chiostro, quello che vien chiamato «il governo» è soltanto un'inframmettenza nell'autorità, sempre discutibile. Prima la regola; quanto al codice, si vedrà. Fate le leggi come vi piacerà, uomini, ma tenetevele per voi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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