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      Poi ficcò il badile nella terra e soggiunse:
      «Vedete? Stanotte farà freddo e la morta ci sgriderebbe se la lasciassimo senza coperta.»
      In quel momento, mentre riempiva il badile, l'affossatore si curvò e la tasca della sua giubba s'aperse un poco. Lo sguardo smarrito di Fauchelevent cadde macchinalmente su quella tasca e vi si fermò.
      Il sole non era ancora nascosto dietro l'orizzonte e v'era luce a sufficienza perché si potesse distinguere qualcosa di bianco in fondo a quella tasca aperta.
      Tutto lo sfolgorìo che può avere l'occhio d'un contadino piccardo attraversò la pupilla di Fauchelevent. Gli era venuta una idea e, senza che l'affossatore, attento alla sua palata di terra se n'avvedesse, gli ficcò per di dietro la mano in tasca e tolse da quella la cosa bianca che v'era in fondo.
      L'affossatore gettò nella fossa la quarta palata. Nel momento in cui si voltava per prender la quinta, Fauchelevent lo guardò con una profonda calma e gli disse:
      «A proposito, novellino, avete la tessera?»
      L'affossatore s'interruppe.
      «Che tessera?»
      «Il sole sta per andare a dormire.»
      «Benone: si metta il berretto da notte.»
      «Il cancello del cimitero sta per chiudersi.»
      «Ebbene, e con questo?»
      «Avete la vostra tessera?»
      «Ah, la mia tessera!» disse l'affossatore.
      E si frugò in tasca. Frugato che ebbe, frugò nell'altra tasca; poi passò ai taschini, esplorando il primo, rovesciando il secondo.
      «No,» disse, «non ho la tessera. L'avrò dimenticata a casa.»
      «Quindici franchi di multa,» disse Fauchelevent.
      L'affossatore divenne verde; poiché il verde è il pallore delle persone livide.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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