E poiché la vocazione è, piuttosto volentieri, in ragione inversa della bellezza, si spera più dalle brutte che dalle belle: da ciò una viva simpatia per le ragazze bruttine.
      Tutta questa avventura ingrandì il buon vecchio Fauchelevent. Egli ebbe un triplice successo: presso Jean Valjean, da lui salvato e messo al riparo, presso l'affossatore Gribier, che andava dicendosi: «M'ha risparmiata la multa» e presso il convento che, grazie a lui, mentre conservava il feretro della Madre Crocifissione sotto l'altare, eludeva Cesare e soddisfaceva Iddio. Vi fu una bara col cadavere al Piccolo Picpus e una bara senza al cimitero Vaugirard; l'ordine pubblico ne fu certo profondamente turbato, ma non se n'accorse. Quanto al convento, la sua riconoscenza per Fauchelevent fu grande, ed egli divenne il migliore fra i servitori e il più prezioso fra i giardinieri. Alla più vicina vista dell'arcivescovo, la superiora raccontò la faccenda a sua grandezza, per confessarsene e anche per farsene un vanto; l'arcivescovo, nell'uscir dal convento, ne parlò a bassa voce con plauso a monsignor di Latil confessore del fratello del re, più tardi arcivescovo di Reims e cardinale. L'ammirazione per Fauchelevent fece molta strada poiché giunse fino a Roma: abbiamo sotto gli occhi un biglietto scritto dal papa allora regnante, Leone XII, a un suo parente, monsignore nella nunziatura di Parigi, e che si chiamava anch'egli Della Genga: vi si leggon queste linee: «Sembra vi sia in un convento di Parigi un ottimo giardiniere, ch'è un sant'uomo, chiamato Fauvent». Nulla di tutto quel trionfo giunse fino a Fauchelevent, nella sua baracca; ed egli continuò ad innestare, a sarchiare ed a coprire le sue poponaie, senza essere al corrente della sua eccellenza e santità. Non s'accorse della sua gloria, più che non se ne accorga un bue del Durham o del Surrey, il ritratto del quale venga pubblicato sull'Illustrated London News, con codesta iscrizione: Bue che ha riportato il primo premio al concorso delle bestie cornute.