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      II • QUALE IL PADRONE, TALE LA CASAAbitava al «Pantano», in via Figlie del Calvario, al numero 6, in una casa di sua proprietà. Quella casa è stata poi demolita e rifatta, e probabilmente il numero è stato cambiato, in quelle rivoluzioni di numerazione che subiscon le vie di Parigi. Occupava un vecchio e grande appartamento al primo piano, fra la via ed alcuni giardini, tappezzato fino al soffitto di grandi arazzi dei Gobelin e di Beauvais, che rappresentavano scene pastorali; i soggetti dei soffitti e dei riquadri sopra le porte eran ripetuti in piccolo sulle poltrone. Circondava il letto con un gran paravento a nove ante, in lacca del Coromandel. Lunghe tendine amplissime ricadevano dalle finestre, formandovi grandi pieghe d'effetto magnifico. Il giardino, posto sotto le sue finestre, era collegato con quella di esse che formava angolo per mezzo d'una scala di dodici o quindici gradini, che il buon vecchio saliva e scendeva con grande disinvoltura. Oltre una biblioteca contigua alla sua stanza, aveva un salottino al quale era assai affezionato, elegante ridotto, tappezzato con una magnifica tappezzeria di paglia intrecciata, tutta seminata di gigli e d'altri fiori, che era stata fatta sulle galere di Luigi XIV, dietro ordinazione del signor di Vivonne ai forzati, per una sua amante; Gillenormand l'aveva ereditata da una selvatica nonna materna, morta centenaria. Aveva avuto due mogli. I suoi modi tenevan la via di mezzo fra il cortigiano, che non era mai stato, e il magistrato, che avrebbe potuto essere.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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