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      Che audacia! Che sfacciata calunnia! Quanto a Gillenormand, non si arrabbiò: guardò il bambolo coll'amabile sorriso d'un buon vecchio lusingato dalla calunnia e disse agli spettatori: «Ebbene, che c'è? Cos'è? C'è qualcosa? Cosa vuol dire? Restate a bocca aperta nel modo più ebete e, in verità, come non farebbero gli ignoranti. Il duca d'Angoulême, bastardo di sua maestà Carlo IX, si sposò a ottantacinque anni con una pettegola quindicenne; il Virginal, marchese d'Alluye, fratello del cardinale di Sourdis, arcivescovo di Bordeaux, ebbe a ottantatrè anni, da una cameriera della signora presidentessa Jacquin, un figlio, un vero figlio dell'amore, che fu cavaliere di Malta e consigliere di spada dello Stato; uno dei grandi uomini di questo secolo, l'abate Tarabaud, è figlio d'un uomo d'ottantasette anni. Queste cose non hanno nulla di straordinario. E la Bibbia, poi? Dopo di che, dichiaro che questo signorino non è mio. Se ne abbia cura, poiché non è colpa sua.» Il modo di procedere era bonario, tanto che quella creatura (che era per l'appunto la Magnon), gli fece un secondo invio l'anno seguente. Era ancora un maschio. Stavolta, Gillenormand capitolò: riconsegnò alla madre i due marmocchi, impegnandosi a pagare per il loro mantenimento ottanta franchi al mese, a condizione che la madre in parola non avrebbe più ricominciato. Aggiunse: «Intendo che la madre li tratti bene. Andrò a vederli di tanto in tanto.» E così fece. Aveva avuto un fratello prete, ch'era stato per trent'anni rettore dell'accademia di Poitiers ed era morto a settantanove anni: L'ho perduto ancor giovane, diceva.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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