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      Certo, io approvo le opinioni politiche; ma v'è gente che non si sa fermare in tempo. Mio Dio! Perché un uomo è stato a Waterloo, non vuol dire che sia un mostro; e non si separa affatto, per questo, un padre dal figlio. Era un colonnello di Bonaparte. È morto, credo; dimorava a Vernon, dove mio fratello è curato, e si chiamava qualche cosa come Pontmarie, Montpercy... Aveva, sulla mia parola, una bella sciabolata.»
      «Pontmercy?» chiese Mario, impallidendo.
      «Proprio Pontmercy. L'avete forse conosciuto?»
      «Signore,» disse Mario, «era mio padre.»
      Il vecchio fabbriciere giunse le mani ed esclamò:
      «Oh! Siete voi, il figlio! Sì, è vero, dev'essere un uomo fatto, oggi. Ebbene, povero ragazzo! Potete dire d'aver avuto un padre che vi ha amato tanto tanto!»
      Mario offerse il braccio al vecchio e lo riaccompagnò a casa. Il giorno dopo, a Gillenormand:
      «Abbiamo combinato una partita di caccia fra amici. Vorreste permettermi d'assentarmi tre giorni?»
      «Quattro!» rispose il nonno. «Va', e divertiti.»
      E disse a bassa voce alla figlia, strizzando l'occhio:
      «Qualche amorazzo!»
      VI • CHE COSA VUOL DIRE AVER INCONTRATO UN FABBRICIEREDove andasse Mario, lo vedremo più avanti.
      Egli rimase assente tre giorni; poi tornò a Parigi, andò difilato alla biblioteca della scuola di diritto e chiese la collezione del Monitore.
      Lo lesse, lesse tutte le storie della repubblica e dell'impero, il Memoriale di Sant'Elena tutti i rapporti, i giornali, i bollettini ed i proclami: divorò tutto. La prima volta che incontrò il nome di suo padre nei bollettini della grande armata, ne ebbe la febbre per una settimana.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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