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      Al muro era appesa, indizio sufficiente per sollecitare il fiuto d'un poliziotto, una vecchia carta della Francia sotto la repubblica.
      La maggior parte degli amici dell'A B C erano studenti, in cordiali rapporti con alcuni operai. Ecco i nomi dei principali che, in certo qual modo, appartengono alla storia: Enjolras, Combeferre, Jean Prouvaire, Feuilly, Courfeyrac, Bahorel, Lesgle o Laigle, Joly, Grantaire.
      Questi giovani formavano fra loro una specie di famiglia, per la grande amicizia; tutti, all'infuori di Laigle, erano del mezzogiorno.
      Quel gruppo era notevole, ma è svanito nelle invisibili profondità del nostro passato. A questo punto del dramma non è forse inutile dirigere un raggio di luce su quelle giovani teste, prima che il lettore le vegga sprofondarsi nell'ombra di una tragica avventura.
      Enjolras, che abbiamo nominato per primo (si vedrà più tardi il perché), era figlio unico e ricco. Era un giovane graziosissimo, capace d'essere terribile, angelicamente bello: era Antinoo, sdegnoso. Dal suo sguardo pensoso, si sarebbe detto che avesse già in qualche precedente esistenza, attraversato l'apocalisse d'una rivoluzione, ne serbava i ricordi come un testimonio, sapeva tutti i piccoli particolari della gran cosa. Natura di sacerdote e di guerriero, strana in un adolescente, era officiante e militare; dal punto di vista immediato, soldato della democrazia; al disopra del movimento contemporaneo, prete dell'ideale. Aveva la pupilla profonda, la palpebra un po' arrossata, il labbro inferiore tumido e facile allo sdegno, la fronte alta; un'ampia fronte in un viso, è come molto cielo in un orizzonte.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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