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      Di Chauvelin si faceva chiamare Chauvelin, di Caumartin, Constant di Rebecque, Beniamino Constant e di Lafayette, Lafayette. Courfeyrac non aveva voluto restare indietro e si chiamava Courfeyrac, senz'altro.
      Per quel che lo riguarda, potremmo quasi contentarci di quanto abbiam detto e limitarci a dire, per il resto: Courfeyrac, vedi Tholomyčs. Infatti, Courfeyrac aveva quella vivacitą giovanile che si potrebbe chiamare la bellezza dell'asino della mente che, pił tardi, si spegne come la grazia del gattino per far capo, se con due piedi, al borghese, se con quattro, al gattone.
      Questo genere di vivacitą spiritosa, le generazioni che attraversano le scuole, le successive leve della gioventł, si trasmettono e passano di mano in mano, quasi cursores, sempre press'a poco identico; di modo che, come abbiam accennato testč, il primo venuto che avesse ascoltato Courfeyrac nel 1828 avrebbe creduto di sentire Tholomyčs nel 1817. Solo Courfeyrac era un bravo ragazzo; sotto le apparenti similitudini dello spirito esteriore, la differenza tra Tolomyes e lui era grande. L'uomo latente che esisteva in loro era, nel primo, ben diverso dal secondo; mentre in Tholomyčs v'era il procuratore, in Courfeyrac v'era il paladino.
      Enjolras era il capo, Combeferre la guida, Courfeyrac il centro. Gli altri, spandevano maggior luce, egli pił calore; fatto sta ch'egli aveva tutte le qualitą d'un centro: rotonditą e splendore.
      Bahorel aveva figurato nel sanguinoso tumulto del giugno 1822, in occasione del funerale del giovane Lallemand.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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