Pagina (873/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La vanità ha un rovescio e un diritto; il diritto, sciocco, è il negro colle sue conterie; il rovescio, cretino, è il filosofo coi suoi stracci. Io piango sull'uno e rido sull'altro. Quel che tutti chiamano onori e dignità e perfino onore e dignità, al singolare, è generalmente similoro. I re si prendon gioco dell'orgoglio umano; Caligola faceva console un cavallo, Carlo II faceva cavaliere un arrosto di manzo. Ponetevi con sussiego, ora fra il console Incitatus e il baronetto Rosbiffe! Quanto al valore intrinseco delle persone, non è affatto più rispettabile; ascoltate il panegirico che il vicino fa del vicino. Il bianco è feroce contro il bianco; se il giglio parlasse, chissà che direbbe della colomba! Una bigotta che ciarli d'una devota è più velenosa dell'aspide e del bongaro azzurro. Peccato ch'io sia un ignorante, altrimenti vi citerei una quantità di cose; ma non so nulla. Per esempio, ho sempre avuto spirito; quando ero allievo di Gros, invece di scarabocchiare tele passavo il tempo a rubare le mele. Questo per quel che mi riguarda; quanto a voi, mi valete ed io me ne stropiccio delle vostre perfezioni, delle vostre eccellenze e delle vostre qualità. Ogni qualità sbocca in un difetto. L'economo confina coll'avaro, il generoso tocca il prodigo, il coraggioso è poco lontano dal bravaccio; chi dice devotissimo, dice bigotto; e vi sono almeno altrettanti vizi nella virtù, quanti buchi nel mantello di Diogene. Chi ammirate di più, l'ucciso o l'uccisore, Cesare o Bruto? Generalmente si parteggia per l'uccisore: Viva Bruto, che ha ucciso!


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Caligola Carlo II Incitatus Rosbiffe Gros Diogene Cesare Bruto Viva Bruto