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      «Cominciamo col trovare i nomi. Quando si hanno i nomi, si trova l'argomento.»
      «È vero. Detta, io scrivo.»
      «Signor Dorimon
      «Benestante?»
      «Certo.»
      «Sua figlia Celestina
      «... tina. Poi?»
      «Il colonnello Sainval
      «Sainval è vecchio. Io direi Valsin
      A fianco degli aspiranti autori, un altro gruppo, che approfittava alla sua volta del fracasso per parlare a voce bassa, discuteva un duello. Un vecchio, trent'anni, consigliava un giovane di diciotto e gli spiegava con quale avversario avesse da fare:
      «Diavolo! State attento. È una buona lama, dal gioco chiaro. Parte all'attacco senza finte inutili, ha pugno resistente, impeto, prontezza, parata precisa e risposte matematiche, perbacco! Ed è mancino.»
      Nell'angolo opposto a Grantaire, Joly e Bahorel giocavano a domino e parlavan d'amore.
      «Tu sei fortunato,» diceva Joly. «Hai un'amante che ride sempre.»
      «È un errore, da parte sua,» rispondeva Bahorel. «La nostra amante ha torto di ridere, incoraggia ad ingannarla; vederla allegra toglie i rimorsi, mentre, se la si vede triste, si ha scrupolo.»
      «Ingrato! Sta così bene una donna che ride! E non litigate mai!»
      «Questo dipende da un trattato che abbiam fatto. Nella nostra piccola alleanza, ognuno di noi ha assegnato all'altro la sua frontiera, che non deve mai superare. Quel ch'è situato dalla parte della brezza spetta a Vaud, quello dalla parte del vento a Gex; donde la pace.»
      «La pace è la felicità che digerisce.»
      «E tu, Joly, a che punto sei del tuo dissidio colla signorina... sai bene di chi parlo.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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