Pagina (886/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Mario si rattristò. S'era appena fatta una fede: bisognava dunque respingerla già? Si disse di no, dichiarò che non voleva dubitare; ma incominciò a dubitare suo malgrado. Esser fra due religioni, da una delle quali non si è ancor usciti, mentre non si è ancor entrati nell'altra, è insopportabile. Tali crepuscoli piaccion solo alle anime pipistrello e Mario era una anima schietta, alla quale abbisognava la vera luce; le mezze luci del dubbio gli facevan male. Per grande che fosse il suo desiderio di rimanere al punto in cui era e d'attenersi a quello, era ineluttabilmente costretto a proseguire, ad avanzare, ad esaminare, a pensare, a camminare oltre. Dove l'avrebbe condotto ciò? Temeva, dopo tanti passi che l'avevan ravvicinato a suo padre, di farne ora di quelli che ne l'avrebbero allontanato; e il suo disagio veniva accresciuto quando si metteva a riflettere. Non era d'accordo nè col nonno nè cogli amici: temerario per l'uno, arretrato per gli altri, riconobbe d'essere doppiamente isolato, dalla vecchiezza e dalla gioventù. Cessò quindi di frequentare il caffè Musain.
      Nel turbamento della sua coscienza, non pensava più a certi lati serî della vita. Ma le realtà della vita non si lasciano dimenticare e vennero bruscamente a dargli una gomitata.
      Una mattina, il padrone dell'albergo entrò nella stanza di Mario e gli disse:
      «Il signor Courfeyrac ha garantito per voi.»
      «Sì.»
      «Ma io avrei bisogno di denaro.»
      «Pregate Courfeyrac di venir qui,» disse Mario.
      Giunto Courfeyrac, l'ospite li lasciò soli e Mario raccontò all'amico quello che non aveva ancor pensato di dirgli, ch'era come solo al mondo e non aveva parenti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Mario Musain Mario Courfeyrac Courfeyrac Mario Courfeyrac Mario