Pagina (926/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli lo sentiva, sebbene non tentasse di guardarla. «Pure, ella non potrebbe far a meno,» pensava «d'aver stima e considerazione per me, se sapesse ch'io sono il vero autore della dissertazione su Marcos Obregon de la Ronda, che il signor Francesco di Neufchâteau ha premessa, come sua, alla sua edizione del Gil Blas
      Sorpassò la panca, andò fino all'estremità del viale, ch'era vicinissima, poi tornò sui suoi passi e passò ancora davanti alla giovinetta: stavolta, era pallidissimo. Del resto, provava solo una sensazione sgradevolissima. S'allontanò dalla panca e dalla giovinetta; ma, mentre le volgeva le spalle, immaginandosi ch'ella lo guardasse, inciampò parecchie volte.
      Non tentò più d'accostarsi alla panca. Si fermò verso la metà del viale e là, sedette, cosa che non faceva mai, gettando occhiate alla sfuggita e pensando, nelle profondità più indistinte del suo spirito, che dopo tutto era difficile che persone delle quali ammirava il capello bianco e l'abito nero fossero assolutamente insensibili ai suoi calzoni lucidi e alla sua giubba nuova.
      In capo a un quarto d'ora s'alzò, come per ricominciare a camminare verso quella panca, circondata da un'aureola. Però, rimase in piedi, immobile; per la prima volta dopo quindici mesi, disse fra sé che quel signore che sedeva colà ogni giorno l'aveva certo notato, e doveva trovar strana la sua assiduità. Pure per la prima volta, sentì l'irriverenza di designare quello sconosciuto, anche nel segreto del pensiero, col sopranome di Leblanc.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Marcos Obregon Ronda Francesco Neufchâteau Gil Blas Leblanc