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      Sapendo di esser bello, aveva voluto essere elegante; ora, la prima eleganza è l'ozio e l'ozio del povero è il delitto. Pochi vagabondi eran tanto temuti, quanto Montparnasse; a diciott'anni, s'era già lasciato dietro le spalle parecchi cadaveri e più d'un viandante giaceva colle braccia distese all'ombra di quel miserabile, colla faccia in una pozza di sangue. Arricciato e impomatato, stretto in vita, fianchi da donna e busto da ufficiale prussiano, circondato dal mormorìo d'ammirazione delle sgualdrinelle dei boulevards, colla cravatta sapientemente annodata, una mazzuola in tasca e un fiore all'occhiello, tale era questo zerbinotto del sepolcro.
      IV • COME SI COMPONEVA LA BANDATutt'e quattro, quei banditi formavano una specie di Proteo, che serpeggiava fra la polizia sforzandosi di sfuggire agli sguardi indiscreti di Vidocq «sotto diversa forma, albero, fiamma e fontana», prestandosi reciprocamente i nomi e i segreti, scomparendo nella propria ombra, ciascuno essendo per gli altri un nascondiglio e un asilo, disfacendo le loro personalità come ci si leva il naso falso al ballo mascherato, semplificandosi talvolta al punto d'esser sola una persona e tal'altra moltiplicandosi tanto, che perfino Coco-Lacour li scambiava per una folla.
      Quei quattro non erano quattro uomini, ma una specie di misterioso ladro a quattro teste, che operava in grande su Parigi, era il polipo mostruoso del male, che abitava la cripta della società.
      Con le loro ramificazioni e alla rete subdola delle loro relazioni, Babet, Gueulemer, Claquesous e Montparnasse avevano l'impresa generale dei colpi briganteschi del dipartimento della Senna; facevan sul viandante il colpo di stato di bassa sfera.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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