«Al Signore
      «E Signora Pabourgeot
      «I miei omaggi più rispettosi.
      «GENFLOT leterato».
     
      P.S. Magari solo quaranta soldi.
      «Scusatemi di mandarvi mia figlia e di non presentarmi io stesso, ma tristi motivi di toeletta non mi permettono ahimé, d'uscire!»
     
      Mario aperse finalmente la quarta lettera. Sull'indirizzo era scritto: Al signore benefico della chiesa di San Giacomo del Passo Alto; conteneva queste poche righe:
     
      «Uomo benefico,
     
      «Se vi degnate, acompagnare mia figlia, vedrete una callamità miserabile e vi mostrerò i miei certificati.
      «Al'aspetto di cuesti scritti la vostra anima generosa sara mossa d'un sentimento di senzibile benevolenza, perché i veri filosofi provano sempre vive emozioni.
      «Convenite, uomo compassionevole che bisogna provare il più stretto bisogno e che è ben doloroso, per ottenere cualche conforto, farlo atestare dal'autorità come se non si fosse libero di soffrire e di morire d'innanizione, aspettando che la nostra miseria sia sollevata. I destini sono ben fatali per qualcuni e troppo prodigo e protettore per altri.
      «Aspettano la vostra presenza o la vostra oferta se vi degnerete di farla, e vi prego a voler gradire i sensi rispettosi coi cuali monoro d'essere
     
      «uomo veramente magnanimo
      «il vostro umilissimo
      «e ubidientissimo servo
      «p. fabantou, artista drammatico
     
      Lette queste quattro lettere, Mario si trovò a non aver fatto molta strada.
      Prima di tutto, nessuno dei firmatari dava il suo indirizzo. In secondo luogo, pareva venissero da quattro individui diversi, don Alvarez, la moglie Balizard, il poeta Genflot e l'artista drammatico Fabantou; ma presentavano la stranezza d'esser scritte tutte e quattro colla stessa calligrafia.