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      Se l'agguato non fosse esistito, l'avrebbero inventato là.
      L'intero spessore d'una casa e una quantità di stanze di abitate separavan quella tana dal viale, e la sola finestra che aveva dava su ampi terreni incolti, cinti di muri e palizzate.
      Jondrette, dopo aver acceso la pipa, s'era seduto sulla sedia spagliata e fumava. Sua moglie gli parlava sottovoce.
      Se Mario fosse stato Courfeyrac, ossia uno di quegli uomini che ridono in ogni circostanza della vita, sarebbe scoppiato dalle risa, nel momento in cui il suo sguardo cadde sulla Jondrette. Costei aveva un cappello nero piumato, abbastanza somigliante ai capelli degli araldi d'arme della consacrazione di Carlo X, un immenso scialle alla scozzese sulla sottana di maglia e le scarpe da uomo che la figlia aveva disprezzate la mattina. Quello era l'abbigliamento che aveva strappato a Jondrette l'esclamazione: Bene! Ti sei vestita! Hai fatto bene. Bisogna che tu possa ispirare fiducia.
      Quanto a Jondrette, non aveva abbandonato il soprabito nuovo e troppo grande per lui che il signor Leblanc gli aveva regalato, e il suo vestiario continuava ad offrire quel contrasto tra la finanziera e i calzoni che costituiva agli occhi di Courfeyrac l'ideale del poeta.
      Ad un tratto Jondrette alzò la voce:
      «A proposito! Ora ci penso: col tempo che fa, verrà in carrozza da piazza. Accendi la lanterna, prendila e scendi; ti terrai dietro la porta di strada. Nel momento in cui sentirai fermarsi la carrozza, aprirai subito; egli salirà, tu gli farai lume sulla scala e nel corridoio, poi mentr'egli entrerà, ridiscenderai presto presto, pagherai il cocchiere e metterai in libertà la carrozza.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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