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      Era chiaro che si trattava di lei! Mario sentì i battiti del suo cuore fermarsi. Che fare? Tirare la pistolettata? Dare tutti quei miserabili in mano alla giustizia? Ma non per questo lo spaventoso uomo dal maglio sarebbe stato meno fuori di ogni portata colla giovinetta; e Mario pensava a quelle parole di Thénardier, delle quali intravedeva il significato cruento: Se mi fate arrestare il mio compagno darà il colpo di grazia all'Allodola.
      Ormai, non si sentiva più trattenuto dal testamento del colonnello soltanto, ma anche dal suo stesso amore, dal pericolo di colei che amava.
      Quella spaventosa situazione, che durava già da più di un'ora, mutava aspetto ad ogni istante; e Mario ebbe la forza di passare successivamente in rivista tutte le più strazianti congetture, cercando una speranza senza trovarla. Il tumulto dei suoi pensieri contrastava col silenzio funesto della tanaIn quel silenzio s'intese la porta della strada aprirsi e richiudersi. Il prigioniero fece un gesto, nei suoi lacci.
      «Ecco la padrona,» disse Thénardier.
      Aveva appena finito, che la Thénardier, infatti, si precipitò nella camera rossa, ansante e senza fiato, gli occhi fiammeggianti e gridò, battendosi le cosce con entrambe le manacce:
      «Falso indirizzo!»
      Il bandito che aveva condotto seco, comparve dietro di lei e venne a riprendere il suo maglio.
      «Falso indirizzo?» ripeté Thénardier.
      Ella riprese:
      «Nessuno! In via Saint-Dominique-d'Enfer, al numero diciassette, non esiste nessun signor Urbano Fabre! Non sanno chi sia!


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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