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      Questo spiegherebbe il lieve rumore ed i movimenti impercettibili che Mario aveva notato. Però, siccome non poteva chinarsi senza tradirsi, non aveva tagliato i lacci della gamba destra.
      I banditi s'eran rimessi dalla prima sorpresa.
      «Sta' tranquillo,» disse Bigrenaille a Thénardier. «È ancora trattenuto per una gamba e non se ne andrà. Ne rispondo io; sono stato io a legargli quella zampa.»
      Intanto il prigioniero alzò la voce:
      «Voi siete dei disgraziati; ma la mia vita non vale la pena di esser tanto difesa. Quanto all'immaginarvi che mi fareste parlare, che mi fareste scrivere quel che non voglio, che mi fareste dire quel che non voglio...»
      Rimboccò la manica del braccio sinistro e soggiunse:
      «Guardate.»
      Nello stesso tempo stese il braccio e posò sulla carne nuda lo scalpello ardente che teneva nella destra, per il manico di legno.
      Si senti lo stridere della carne bruciata e l'odore particolare delle camere di tortura si diffuse nella topaia. Mario vacillò, fuor di sé dall'orrore, e gli stessi briganti ebbero un brivido; il volto dello strano vecchio si contrasse appena un poco e, mentre il ferro arrossato si ficcava nella piaga fumante, egli, impassibile e quasi augusto, fissava su Thénardier il suo bello sguardo senz'odio, nel quale il dolore svaniva in una maestà serena.
      Per le nature grandi ed elevate, le rivolte della carne e dei sensi in preda al dolore fisico fanno uscir fuori l'anima e la fanno apparire sulla fronte, nello stesso modo che le ribellioni della soldatesca costringono il capitano a mostrarsi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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