Contemporaneamente prese in affitto due altri appartamenti in Parigi, allo scopo di richiamar meno l'attenzione di quanto non avrebbe fatto se fosse sempre rimasto nello stesso quartiere, di poter fare, al bisogno, qualche assenza alla minima inquietudine che lo prendesse e finalmente di non trovarsi più alla sprovvista, come la notte in cui era così miracolosamente sfuggito a Javert. Eran due appartamenti assai meschini e di povera apparenza, in due quartieri lontanissimi l'uno dall'altro, uno in via dell'Ovest e l'altro in via dell'Uomo armato.
      Di tanto in tanto si recava, ora in via dell'Uomo armato ed ora in via dell'Ovest, a trascorrere un mese o sei settimane con Cosette, senza condurvi Toussaints; si faceva fare il servizio dai portinai e passava per un benestante del circondario, che teneva un alloggio provvisorio in città. Quella sublime virtù aveva tre domicilî in Parigi, per sfuggire alla polizia.
      II • JEAN VALJEAN GUARDIA NAZIONALEDel resto, per parlare con esattezza, egli viveva in via Plumet e vi aveva sistemato la esistenza nel modo seguente:
      Cosette, colla serva, occupava il padiglione; aveva per sé la grande stanza da letto dalle pareti dipinte, il salottino dai tondini dorati e il salotto del presidente, adorno di tappezzerie e di grandi poltrone; ed aveva il giardino. Valjean aveva fatto mettere nella stanza di Cosette un letto a baldacchino di vecchio damasco a tre colori e un vecchio bel tappeto di Persia, comprato in via Fico di san Paolo da mamma Gaucher e, per correggere la severità di quelle magnifiche anticaglie, aveva mescolato a quel ciarpame tutti quei mobiletti allegri e graziosi delle fanciulle, scaffaletto, biblioteca coi libri dorati, occorrente per scrivere, cartella coi fogli di carta asciugante, tavolino da lavoro incrostato di madreperla, l'occorrente per la toeletta, d'argento dorato, e la toeletta stessa in porcellana del Giappone.