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      Non si guardò più nello specchio e per quindici giorni cercò di pettinarsi, volgendo le spalle ad esso.
      La sera, dopo cena, faceva di solito qualche lavoro di trapunto in salotto, oppure qualche ricamo imparato in convento, mentre Valjean leggeva al suo fianco. Una volta, alzando gli occhi dal suo lavoro, fu assai sorpresa del modo inquieto con cui il padre la guardava.
      Un'altra volta, mentre passava per via, le parve che qualcuno, ch'ella non poté vedere, dicesse alle sue spalle: «Bella ragazza, ma messa male!» «Via!» ella pensò. «Non sono io. Io sono ben messa e brutta.» Portava allora il cappello di felpa e l'abito di merinos.
      Un giorno, infine, mentr'era in giardino, sentì la povera vecchia Toussaints che diceva: «Signore, avete notato come la signorina diventa graziosa?» Cosette non sentì quel che il padre rispose, poiché le parole di Toussaints furono per lei una specie di scossa; scappò via dal giardino; corse allo specchio (da tre mesi non vi si era più guardata) e gettò un grido. Era rimasta abbagliata di se stessa.
      Era bella e graziosa, e non poteva far a meno d'essere del parere di Toussaints e dello specchio. Le sue forme s'eran sviluppate, la pelle fatta bianca e i capelli lucidi, mentre un ignoto splendore s'era acceso nelle sue pupille brune. Il convincimento della sua bellezza le divenne completo, in un minuto, così come una gran luce che s'accendesse di colpo. Del resto, gli altri la notavano e Toussaints lo diceva; ed era di lei, evidentemente, che aveva parlato quel passante, non v'era da dubitarne.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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