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      Il giorno in cui i loro sguardi s'incontrarono e si dissero finalmente quelle prime cose oscure ed ineffabili che lo sguardo balbetta, Cosette non capì subito subito.
      Rientrò così tutta pensosa nella casa di via dell'Ovest, in cui Jean Valjean, secondo la sua abitudine, era andato a trascorrere sei settimane; e il giorno dopo, svegliatasi, pensò a quel giovane sconosciuto, così a lungo indifferente e gelido, che sembrava facesse ora attenzione a lei, e non le parve affatto che quell'attenzione le riuscisse gradita; provava piuttosto un po' di collera contro quel bello sdegnoso. Un residuo di spirito litigioso s'agitò in lei; le parve, e ne provò una gioia ancor tutta infantile, d'esser sul punto di vendicarsi.
      Sapendosi bella, sentiva bene, sia pure in modo indistinto, d'avere un'arma. Le donne giuocano colla loro bellezza come i fanciulli col coltello: vi si feriscono.
      Il lettore ricorderà le esitazioni di Mario, le sue palpitazioni, i suoi terrori; egli rimaneva fermo sulla sua panca e non s'avvicinava, il che indispettiva Cosette. Un giorno, ella disse a Jean Valjean: «Papà, facciamo un po' un giretto verso quella parte.» Vedendo che Mario non veniva a lei, ella andò a lui: poiché, in un caso simile, ogni donna rassomiglia a Maometto. E poi, cosa bizzarra, il primo sintomo del vero amore, nel giovane è la timidezza, nella fanciulla l'ardire. Ciò stupisce, eppure nulla di più semplice: sono i due sessi che tendono ad accostarsi prendendo l'uno le qualità dell'altro.
      Quel giorno, lo sguardo di Cosette fece impazzire Mario e lo sguardo di Mario rese tremante Cosette.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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