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      Un colpo inatteso si aggiunse a quei tristi pensieri.
      Nella vita isolata ch'essi conducevano, da quando eran venuti ad abitare in via Plumet, avevano un'abitudine; quella di far talvolta una passeggiata per andar a vedere sorgere il sole, gioia dolce, adatta a coloro che entran nella vita ed a coloro che stanno per uscirne.
      Andare a spasso di buon mattino, per chi ami la solitudine, equivale a passeggiare di notte, con in più la gaiezza della natura: le vie son deserte e gli uccelli cantano. Cosette, uccello anche lei, si svegliava volentieri presto. Quelle escursioni mattutine venivan preparate il giorno prima, egli proponendo, ella accettando; la cosa veniva combinata come un complotto e sul far dell'alba entrambi uscivano. Erano tante piccole gioie per Cosette, poiché queste innocenti eccentricità piacciono alla gioventù.
      Jean Valjean tendeva, è noto, a recarsi nei luoghi poco frequentati, nei recessi solitarî, abbandonati. A quel tempo, alle barriere di Parigi, v'erano specie di campi poveri, quasi congiunti alla città, dove, d'estate, spuntava un grano stentato e, d'autunno, dopo il raccolto, parevano, anziché mietuti, pelati; Valjean li frequentava con predilezione. Cosette non vi si annoiava affatto; se per lui era la solitudine, per lei era la libertà. Là ritornava fanciulletta, poteva correre e quasi giocare, si levava il cappello, lo deponeva sulle ginocchia di Valjean e raccoglieva mazzolini di fiori. Guardava le farfalle sui fiori, ma non le prendeva; mansuetudine e tenerezza nascono coll'amore e la giovinetta che ha in sé un ideale trepido e fragile ha compassione dell'ala della farfalla.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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