Pagina (1174/1886)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Su quei carri s'agitavano alcuni profili e nel crepuscolo si vedeva uno scintillìo, come vi fossero sciabole sguainate, e si sentiva un tintinnare simile a quello di catene scosse: tutto ciò veniva avanti, in un crescendo di voci, formidabile, come comparso da una caverna.
      Di mano in mano che s'avvicinava, quella cosa prendeva forma, finché non s'abbozzò dietro gli alberi col pallido aspetto dell'apparizione. La massa imbianchì: il sole che spuntava a poco a poco diffondeva un bagliore scialbo su quel formicolìo ad un tempo sepolcrale e vivo, e le teste di quei profili divennero facce di cadaveri. Ecco di che si trattava:
      Sette carri percorrevano la strada in fila. I primi sei avevano una struttura singolare, simili a carrette da bottai: eran come lunghe scale, posate su due ruote, che si prolungavano anteriormente a formare le stanghe. Ogni carretta o, diciamo meglio, ogni scala, era tirata da quattro cavalli in fila indiana e su quelle scale venivan tratti strani grappoli d'uomini; i quali, nella scarsa luce non si vedevano, ma s'indovinavano. Ventiquattro su ciascun carro, dodici per lato, addossati gli uni agli altri, la faccia rivolta ai passanti e le gambe penzoloni; ecco in che modo viaggiavano quegli uomini, i quali avevan dietro la schiena qualche cosa che risonava, una catena, ed al collo qualche cosa che scintillava, una gogna. Ognuno portava il suo collare, ma la catena serviva per tutti; di modo che quei ventiquattro uomini, allorché capitava loro di scendere dalla carretta e di camminare, erano ghermiti da una specie d'unità inesorabile e dovevan serpeggiare sul terreno colla catena per vertebra, come i millepiedi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886