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      III • ARRICCHITE DEI COMMENTARI DI TOUSSAINTSNel giardino, vicino al cancello della via, v'era una panca di pietra, protetta da una spalliera di rami contro gli sguardi dei curiosi, ma alla quale, però, a stretto rigore, poteva giungere il braccio d'un passante, attraverso il cancello e la spalliera di rami.
      Una sera di quello stesso mese d'aprile, Jean Valjean era uscito e Cosette, dopo il tramonto del sole, s'era seduta su quella panca. Il vento andava crescendo fra gli alberi e Cosette pensava: una tristezza vaga la prendeva a poco a poco, quella tristezza invincibile che la sera dà e che vien forse, chissà? dal mistero della tomba, in quell'ora socchiuso.
      Forse, Fantine era in quell'ombra.
      Cosette s'alzò e fece con lentezza il giro del giardino, camminando sull'erba inondata di rugiada e dicendo fra sé, attraverso la specie di sonnambulismo melanconico in cui era immersa: «Bisognerebbe pure mettere gli zoccoli, in giardino, a quest'ora. Si prende un raffreddore.»
      E tornò alla panca.
      Nel momento di sedervisi, notò al posto da lei lasciato una pietra piuttosto grossa, che evidentemente non vi si trovava un istante prima. Osservò quella pietra, chiedendosi che cosa volesse dire simile faccenda; all'improvviso, l'idea che quella pietra non era certo venuta su quella panca da sola e che qualcuno l'aveva messa là, che un braccio era passato attraverso il cancello, le venne e le fece paura. Stavolta, fu una vera paura. Non v'era alcun dubbio possibile: la pietra era lì, ma ella non la toccò e fuggì, senza osare di guardarsi indietro.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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