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      Si rifugiò in casa e chiuse immediatamente colle imposte, colla spranga e col chiavistello la porta finestra della scalinata; poi chiese a Toussaints:
      «È rincasato il babbo?»
      «Non ancora, signorina.»
      (Abbiamo accennato una volta per tutte al difetto di pronuncia di Toussaints. Ci si permetta di non accentuarlo più oltre; a noi ripugna la notazione musicale d'una infermità).
      Jean Valjean, uomo pensoso e passeggiatore notturno, rientrava spesso piuttosto tardi, alla sera.
      «Toussaints,» riprese Cosette, «avete davvero cura di barricare alla sera almeno le imposte del giardino e di mettere a posto quelle cose di ferro negli anellini che chiudono?»
      «Oh, state pur tranquilla, signorina!»
      Toussaints non mancava mai di farlo e Cosette lo sapeva benissimo; pure, non poté far a meno di soggiungere:
      «È tanto deserto, qui!»
      «Quanto a questo,» disse Toussaints «è vero. Si potrebbe essere assassinate prima d'avere il tempo di dire uff! Senza contare che il signore non dorme in casa. Ma non temete nulla, signorina: io chiudo le finestre come fortezze. Due donne sole! Lo credo bene che ci sia da tremare! Ve l'immaginate? Veder entrare di notte degli uomini in stanza, che vi dicono: Taci, e si mettono a tagliarvi il collo! Non è tanto per il morire; morire si muore, lo si sa che bisogna morire; ma è il ribrezzo di sentirsi toccare da quella gente. E poi, i loro coltelli debbono tagliar male! O Dio
      «Tacete,» disse Cosette «e chiudete bene tutto.»
      Spaventata dal melodramma improvvisato da Toussaints e fors'anche dal ricordo delle apparizioni della settimana precedente, che le tornavano alla memoria, Cosette non osò neppure dirle: «Andate dunque a vedere la pietra che hanno messo sulla panca» per timore di riaprire la porta del giardino e di far entrare «gli uomini». Fece chiudere con cura, dappertutto, porte e finestre, fece visitare da Toussaints tutta la casa, dalla cantina al solaio, si chiuse in camera, mise il catenaccio, guardò sotto il letto, si coricò e dormì male.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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