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      La sostenne, pur vacillando a sua volta. Era come se avesse la testa piena di fumo; fra le ciglia gli balenavan lampi e le idee svanivano; gli sembrava di star compiendo un atto religioso e una profanazione. Del resto, non aveva il minimo desiderio di quella donna incantevole, della quale sentiva le forme contro il suo petto: era smarrito d'amore.
      Ella gli prese una mano e se la portò sul cuore; ed egli sentì che v'era sopra il foglio. Allora balbettò:
      «Mi amate dunque?»
      Ella rispose, con una voce tanto bassa ch'era soltanto un soffio e si sentiva appena:
      «Taci! lo sai bene!»
      E nascose il viso rosso nel petto del giovane, superbo e inebbriato.
      Egli cadde sulla panca, ed ella vicino a lui. Non avevan più parole. Le stelle incominciavano a scintillare. Come avvenne che le loro labbra si incontrassero? E come mai avviene che l'uccello canti, che la neve si sciolga, che la rosa s'apre, che il maggio sbocci, che l'alba imbianchi dietro gli alberi neri, sulle cime fruscianti delle colline?
      Un bacio e fu tutto. Trasalirono entrambi, e si guardarono nell'ombra con occhi sfavillanti.
      Non sentirono né la notte fresca, né la pietra fredda, né la terra umida, né l'erba bagnata; si guardarono, col cuore pieno di pensieri. Senza saperlo, s'eran presi per mano.
      Ella non gli chiedeva, e neppur vi pensava, di dove fosse entrato e in che modo fosse penetrato nel giardino. Le pareva tanto semplice ch'egli fosse lì!
      Di tanto in tanto il ginocchio di Mario toccava quello di Cosette, ed entrambi fremevano.
      Ogni tanto, Cosette balbettava una parola; le tremava l'anima sulle labbra, come una goccia di rugiada sopra un fiore.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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