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      Ora, questi storici dei cuori e delle anime hanno forse minori doveri di quelli dei fatti esterni? Si può credere che l'Alighieri abbia meno da dire del Machiavelli? Forse che il rovescio della civiltà, per il fatto che è più profondo e cupo, è meno importante del diritto? Si conosce bene la montagna, quando non si conosce la caverna?
      Del resto, diciamolo di sfuggita, da talune frasi di quanto precede si potrebbe inferire che una netta separazione fra le due classi di storici non esiste se non nella nostra mente. Nessuno può essere efficace storico della vita patente, visibile, sfolgorante e pubblica dei popoli, se non è contemporaneamente, in una certa misura, storico della loro vita profonda e celata; e nessuno è buon storico dell'interno se non sa esserlo, quando occorra, dell'esterno. La storia dei costumi e delle idee penetra quella degli eventi, e reciprocamente. Sono due ordini di fatti diversi che si corrispondono, che sempre si concatenano e spesso si generano l'un l'altro: e tutti i lineamenti che la provvidenza traccia alla superficie d'una nazione hanno le loro parallele oscure, ma distinte, nel fondo, così come tutte le convulsioni del fondo producono sollevamenti alla superficie. Siccome la vera storia è mescolata a tutto, il vero storico s'immischia di tutto.
      L'uomo non è un cerchio ad un solo centro, ma un'ellisse a due fuochi; i fatti sono uno di essi, le idee sono l'altro.
      Il gergo non è che una guardaroba in cui la lingua, allorché abbia qualche cattiva azione da compiere, si traveste, rivestendosi di parole che son maschere e di metafore che sono cenci.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





Alighieri Machiavelli