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      Come abbiam già spiegato, nel primo amore si prende l'anima molto prima del corpo; più tardi, si prende il corpo molto prima dell'anima e, talvolta, l'anima non si prende affatto. I Faublas ed i Proudhomme aggiungono: «Perché non ve n'è.» Ma questo sarcasmo, per fortuna, è una bestemmia. Mario, dunque, possedeva Cosette, come possono possedere gli spiriti; ma la circondava con tutta la sua anima e la stringeva gelosamente a sé, con un'incredibile convinzione. Possedeva il suo sorriso, il suo respiro, il profumo, il profondo raggiare delle sue pupille azzurre, la dolcezza della pelle, allorché le toccava la mano, l'adorabile neo che aveva sul collo, tutti i suoi pensieri. Avevan convenuto fra loro di non addormentarsi senza sognare l'uno dell'altro, e mantenevano la parola; egli, quindi, possedeva tutti i sogni di Cosette. Guardava senza posa e talvolta sfiorava col suo alito i riccioli che le ricoprivan la nuca e dichiarava a se stesso che non c'era uno solo di quei capelli che non gli appartenesse; contemplava e adorava le cose ch'ella indossava, la sua gala di nastri, i guanti, i manichini di pizzo, le scarpette, come oggetti sacri di cui fosse il possessore. Pensava ch'era ben lui il signore di quei graziosi pettini di tartaruga ch'ella portava nei capelli e andava perfino dicendosi, sordi e confusi balbettii della voluttà che stava aprendosi la strada, che non v'era un laccio della veste di lei, una maglia delle sue calze, una piega del suo corpetto che non gli appartenesse.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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