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      È una ginnastica, quasi quasi, igienica; il potere sta meglio dopo una sommossa, come l'uomo dopo una frizione.
      La sommossa, trent'anni or sono, era inoltre considerata da un altro punto di vista.
      V'è per tutte le cose una teoria che si proclama da sé «il buon senso»; Filinto contro Alceste; mediazione offerta fra il vero e il falso; spiegazione, ammonimento, attenuazione un po' altezzosa che, per il fatto d'esser mista di biasimo e di scusa, si crede saggezza, mentre non è altro, spesso, che pedanteria. Tutta una scuola politica, detta del giusto mezzo, è uscita da essa: tra l'acqua fredda e la calda, è il Partito dell'acqua tiepida. Questa scuola, colla sua falsa profondità superficiale, che anatomizza gli effetti senza risalire alle cause, rampogna, dall'alto d'una mezza scienza, le agitazioni di piazza.
      Stando a questa scuola: «Le sommosse che complicarono i fatti del 1830 tolsero a quel grande avvenimento una parte della sua purezza. La rivoluzione di Luglio era stata un bel colpo di vento popolare, bruscamente seguito dal cielo azzurro; esse fecero riapparire il cielo fosco, fecero degenerare in litigio quella rivoluzione, così singolare, prima, per la sua unanimità. Nella rivoluzione di Luglio, come in ogni progresso ottenuto a scosse, s'erano avute delle fratture segrete; la sommossa le rese sensibili. E così si poté dire: «To', s'è spezzata!» Dopo la rivoluzione di Luglio, si sentiva solo la liberazione; dopo le sommosse, si sentì la catastrofe.
      «Tutte le sommosse fanno chiudere le botteghe e ribassare i fondi, Preoccupano la borsa, sospendono il commercio, intralciano gli affari, precipitano i fallimenti; non v'è più denaro; le fortune private sono in crisi e il credito pubblico è scosso, sconcertata l'industria, esitanti i capitali e a vil prezzo il lavoro.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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