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      Allora, detto fatto, la tempesta si scatena, piovono sassate, esplode la fucileria, molti si precipitano giù dall'argine e passano il piccolo ramo della Senna, oggi colmato; i magazzini dell'isola Louviers, quella grande cittadella bell'e pronta, si fanno irti di combattimenti; si strappano pali, si tirano pistolettate; s'abbozza una barricata, mentre i giovani respinti passano il ponte d'Austerlitz col feretro e caricano la guardia municipale. I carabinieri accorrono, i dragoni sciabolano, la folla si disperde in ogni senso, un fragore di guerra vola ai quattro angoli di Parigi; si grida: «Allarmi!» si corre, si travolge, si fugge, si resiste. La collera porta seco la sommossa, come il vento porta il fuoco.
      IV • LE AGITAZIONI D'UN TEMPONulla di più straordinario del primo propagarsi d'una sommossa. Tutto esplode nello stesso tempo, dappertutto. Era preveduto? Sì. Era preparato? No. Donde esce tutto quanto? Dai selciati. E donde cade? Dalle nuvole. Qui, l'insurrezione ha il carattere di un complotto; là, d'una improvvisazione. Il primo venuto s'impadronisce d'una corrente di folla e la conduce dove vuole; debutto pieno di spavento, al quale si unisce una specie di grandiosa euforia. Dapprima clamori, si chiudono i magazzini e le vetrine dei bottegai scompaiono; poi qualche fucilata isolata; la gente fugge, i colpi dei calci dei fucili battono contro i portoni; si senton ridere le serve nei cortili delle case e dire: Ci sarà un bel baccano!
      Non era ancor trascorso un quarto d'ora, ed ecco quel che accadeva nello stesso tempo in venti diversi punti di Parigi.


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I miserabili
di Victor Hugo
pagine 1886

   





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